La gentilezza ci salverà

Assisto arrabbiata e disgustata all'ondata di razzismo e intolleranza che sta avvelenando il nostro Paese, cavalcata da una certa vergognosa classe politica che ne sta facendo uno strumento di propaganda ma, soprattutto, una strategia per spostare l'attenzione dai veri problemi. E il gregge incattivito che si fa manipolare non si ricorda che puntare l'indice su chi si discosta dalla massa per nazionalità, religione o altro, è lo strumento preferito dei regimi assoluti e antidemocratici da che storia è storia. Ma il gregge, probabilmente, la storia non l'ha studiata. Oppure crede nel revisionismo.
Non sono i migranti il nostro problema, né ci deve importare se la persona che incontriamo per strada ama un uomo, una donna o solo se stesso. Il problema sono i politici inetti che parlano a vuoto incapaci di risollevare il paese, sono i furti del denaro pubblico che metodicamente è stato eroso da decenni, sono le tasse esagerate che mettono in ginocchio l'imprenditoria, il sistema di raccomandazioni e prebende che impedisce di creare una nuova economia, la burocrazia inutile e borbonica.
Se già questa mia nazione incolta, dove le furberie, il sopruso (è sopruso anche passare davanti a qualcuno in fila alla cassa o in Posta) e la maleducazione dilagano sempre più, mi andava stretta prima, ora davvero la sento estranea, non mi rappresenta, mi spinge alla ribellione a questo inaccettabile status quo.
Ma cosa fare? Come ribellarsi?
Scendere in piazza non serve, o almeno occorrerebbe farlo in modo massiccio e coeso, ma la gente ora è in spiaggia e le basta lamentarsi con la vicina di ombrellone perché "dove sta andando questa Italia, signora mia".
E allora? Rispondiamo al razzismo con l'accoglienza, all'intolleranza col rispetto per le diversità. Rispondiamo alle furberie con l'onesta, al sopruso e alla maleducazione con la gentilezza.
Facciamo della gentilezza la nostra cifra stilistica (come direbbero i più cool), la gentilezza non costa nulla e previene le rughe.
E abbiamo coraggio: se quello che vediamo o sentiamo non ci piace manifestiamo il nostro dissenso. Facciamolo come siamo capaci, indossando una maglietta di un determinato colore o scrivendo sui social, rimettendo  al suo posto chi passa avanti alla Posta o in mille altri modi. Ma facciamolo con gentilezza, of course.

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