Bianca come l'Africa di Clara Piacentini - Recensione
La recensione che segue è stata pubblicata sulla rivista letteraria on line Critica Letteraria
Tecnicamente è una raccolta di racconti, ma "Bianca come l'Africa" di Clara Piacentini si può leggere come un romanzo poiché le singole narrazioni sono tasselli di un'unica storia declinata attorno ad un personaggio femminile - voce narrante - che racconta la sua esperienza africana e il suo ritorno a casa, in Italia, dopo un percorso di consapevolezza e una sfida alla propria disabilità. La protagonista, infatti, nonostante problemi motori alle gambe (deve camminare sorretta da bastoni) decide di accettare un incarico professionale in Etiopia; qui viene a contatto con un mondo molto diverso dall'Africa che si immagina, quella raccontata attraverso riviste e libri a noi europei, che la cattura, la affascina, e che lei (o meglio la narratrice Piacentini) riesce a descrivere in modo fotografico, tratteggiando con grande precisione e realismo paesaggi e ambienti di grande suggestione. Gli spazi, i tempi in cui si trova immersa, le persone che incontra e con le quali via via intreccia rapporti professionali o di affetto, attraverso le sue parole diventano tangibili e reali, nitidi e vividi, e ci raccontano un'Africa fuori dai canoni classici, e un ritorno alla vita europea vissuto non come un rientro a casa desiderato ma come uno strappo, una stranita e necessaria separazione da una terra che ha conquistato la protagonista e che lei lascia con nostalgia e rimpianto.
Grande cura la Piacentini dedica alla descrizione dei personaggi, dei quali spesso non viene svelato il nome, ma che forse proprio per questo restano più impressi, perché in essi convivono il fascino del mistero e la tangibile presenza nella storia. Sono gli stranieri che vivono in Italia e i bianchi d'Africa, figure a volte appena tratteggiate, altre che irrompono con forza nella pagina e che racchiudono in sé tutte le antinomie del mondo odierno che vede l'umanità in bilico tra situazioni immutate da millenni, o in lentissima evoluzione, e il velocissimo, spasmodico avanzare delle esistenze tecnologiche da Facebook e social vari. In bilico tra l'antico e il futuro prossimo i veri protagonisti della storia narrata sono la vita, l'amore e la morte, facce diverse di un'unica realtà.
La scrittura della Piacentini è essenziale, senza fronzoli, ma risulta (forse proprio per questo) potente e appassionata, in certi momenti triste, in altri vibrante o ironica. Ci conduce per mano alla scoperta di un mondo che riusciamo solo ad intuire e di realtà che pur venendo a contatto e interagendo tra loro, restano sempre distinte su due piani diversi, situazione resa a mio avviso efficace già dal titolo (che contiene in sé un ossimoro e va contro la terminologia “tradizionale”) “Bianca come l'Africa” e dalla bella copertina realizzata dalla designer Marta D'Asaro.
Un libro che è anche un viaggio in una terra ricca di contraddizioni e nelle emozioni umane che di contraddizioni si nutrono.
Bianca come l'Africa
di Clara Piacentini
Antonio Tombolini Editore - Collana Officina Marziani
Tecnicamente è una raccolta di racconti, ma "Bianca come l'Africa" di Clara Piacentini si può leggere come un romanzo poiché le singole narrazioni sono tasselli di un'unica storia declinata attorno ad un personaggio femminile - voce narrante - che racconta la sua esperienza africana e il suo ritorno a casa, in Italia, dopo un percorso di consapevolezza e una sfida alla propria disabilità. La protagonista, infatti, nonostante problemi motori alle gambe (deve camminare sorretta da bastoni) decide di accettare un incarico professionale in Etiopia; qui viene a contatto con un mondo molto diverso dall'Africa che si immagina, quella raccontata attraverso riviste e libri a noi europei, che la cattura, la affascina, e che lei (o meglio la narratrice Piacentini) riesce a descrivere in modo fotografico, tratteggiando con grande precisione e realismo paesaggi e ambienti di grande suggestione. Gli spazi, i tempi in cui si trova immersa, le persone che incontra e con le quali via via intreccia rapporti professionali o di affetto, attraverso le sue parole diventano tangibili e reali, nitidi e vividi, e ci raccontano un'Africa fuori dai canoni classici, e un ritorno alla vita europea vissuto non come un rientro a casa desiderato ma come uno strappo, una stranita e necessaria separazione da una terra che ha conquistato la protagonista e che lei lascia con nostalgia e rimpianto.
Grande cura la Piacentini dedica alla descrizione dei personaggi, dei quali spesso non viene svelato il nome, ma che forse proprio per questo restano più impressi, perché in essi convivono il fascino del mistero e la tangibile presenza nella storia. Sono gli stranieri che vivono in Italia e i bianchi d'Africa, figure a volte appena tratteggiate, altre che irrompono con forza nella pagina e che racchiudono in sé tutte le antinomie del mondo odierno che vede l'umanità in bilico tra situazioni immutate da millenni, o in lentissima evoluzione, e il velocissimo, spasmodico avanzare delle esistenze tecnologiche da Facebook e social vari. In bilico tra l'antico e il futuro prossimo i veri protagonisti della storia narrata sono la vita, l'amore e la morte, facce diverse di un'unica realtà.
La scrittura della Piacentini è essenziale, senza fronzoli, ma risulta (forse proprio per questo) potente e appassionata, in certi momenti triste, in altri vibrante o ironica. Ci conduce per mano alla scoperta di un mondo che riusciamo solo ad intuire e di realtà che pur venendo a contatto e interagendo tra loro, restano sempre distinte su due piani diversi, situazione resa a mio avviso efficace già dal titolo (che contiene in sé un ossimoro e va contro la terminologia “tradizionale”) “Bianca come l'Africa” e dalla bella copertina realizzata dalla designer Marta D'Asaro.
Un libro che è anche un viaggio in una terra ricca di contraddizioni e nelle emozioni umane che di contraddizioni si nutrono.
Bianca come l'Africa
di Clara Piacentini
Antonio Tombolini Editore - Collana Officina Marziani
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