Dove va la letteratura? secondo Sciascia

di Leonardo Sciascia

Dove va la letteratura italiana? Ma secondo certe analisi, certe diagnosi – e cioè secondo certi desideri, certi dettami, certi decreti dati in sede sociologica – dovrebbe anche lei, come tutti e tutto, andare a casa. Tornare, come ormai si dice e per moda si impone, al privato.
Ma dove può stare di casa, la letteratura italiana? Non pare ne abbia ancora di assegnata, né in città né in campagna. Nemmeno la più piccola dacia. Per sua fortuna – anche se qualcuno ci terrebbe ad averla.
Può trovare qualche casa d’affitto: ad equo o inequo o iniquo canone. Ma son case così rumorose, piene di spifferi e forse anche di fantasmi, che è preferibile restarsene all’aperto.
Direi, ecco, che è costretta a starsene fuori: con orecchie intente, sguardo acuto, sospettosa, guardinga, insicura, con soprassalti e freddo nelle ossa. A meno che non preferisca l’iniquo canone.


(trascrizione dell'originale esposto alla libreria Ubik di Savona)

Letto qui, su Nazione Indiana

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