Geshwa Olers e il Viaggio nel Masso Verde di Fabrizio Valenza
Qualcosa o qualcuno minaccia il villaggio di Senfe, ai margini inferiori del Masso Verde, dove il sedicenne Geshwa Olers e l'amico Nar scorrazzano spensierati e ignari di un passato tragico che ha coinvolto le loro famiglie in passato. Ora il pericolo pare tornare e Geshwa, assieme al padre Sitor, deve mettersi in viaggio per tentare di salvare i suoi cari e il regno di Grodestà. Un viaggio pericoloso nella foresta, ma anche dentro sè stesso. Perchè Geshwa non dovrà affrontare solo le creature terrificanti e malefiche che infestano il cammino, ma anche il dolore di perdite irreparabili, scoprirà il passato dei suoi cari e un destino oscuro con cui deve venire a patti. Abbandonerà una fanciullezza spensierata e vedrà messi alla prova il suo coraggio, la sue devozione di amico, l'affetto per il padre.
Il romanzo di Fabrizio Valenza che ha dato vita alla saga di Geshwa Olers, è di sicuro un'avvincente storia fantasy, ben scritta, con ritmo e soluzioni originali. Che si rifà al filone del fantasy britannico più "puro", fatto di orchi, streghe, maghi, gnomi e tutto l'immaginario classico di questo genere.
Ma è anche un bel romanzo di formazione poichè riesce a scavare in profondità nell'animo del protagonista rendendo tangibili lo smarrimento di Geshwa, costretto ad accantonare i giochi e le scorribande spensierate, per farsi carico di responsabilità fino a quel momento nemmeno immaginate, la sua fragilità di fronte a perdite tragiche e incolmabili, ma anche l'entusiasmo per l'avventura, la forza di fare fronte con coraggio a situazioni difficili e pericolose, la capacità di costruirsi nuovi punti di riferimento e di reagire guardando avanti. E il ragazzino pauroso che ha lasciato Senfe si trasformerà, al termine del viaggio e al di là del Masso Verde, in un uomo.
Il romanzo di Fabrizio Valenza che ha dato vita alla saga di Geshwa Olers, è di sicuro un'avvincente storia fantasy, ben scritta, con ritmo e soluzioni originali. Che si rifà al filone del fantasy britannico più "puro", fatto di orchi, streghe, maghi, gnomi e tutto l'immaginario classico di questo genere.
Ma è anche un bel romanzo di formazione poichè riesce a scavare in profondità nell'animo del protagonista rendendo tangibili lo smarrimento di Geshwa, costretto ad accantonare i giochi e le scorribande spensierate, per farsi carico di responsabilità fino a quel momento nemmeno immaginate, la sua fragilità di fronte a perdite tragiche e incolmabili, ma anche l'entusiasmo per l'avventura, la forza di fare fronte con coraggio a situazioni difficili e pericolose, la capacità di costruirsi nuovi punti di riferimento e di reagire guardando avanti. E il ragazzino pauroso che ha lasciato Senfe si trasformerà, al termine del viaggio e al di là del Masso Verde, in un uomo.

Commenti
Comunque, senza offendere gli altri recensori, resta inteso.
Fabio Valenza
www.fabiovalenza.altervista.org
Ciao :-)
Fabio
Che dire, sono d'accordo! Di sicuro si può sempre crescere, ma io ho amato questo romanzo. È a tratti poetico (ho adorato la scena in cui Ges e il padre vedono sorgere il sole insieme).
Tu inoltre fai notare un'attinenza al filone britannico. Di sicuro Fabrizio ama Tolkien, non è un mistero, ma le leggende e le creature presenti in questo libro attingono a piene mani alle tradizioni del nostro paese.
In fine qui mi tolgo un sassolino che mi rosica da tempo. In molte recensioni ho letto, quasi come un tormentone, l'accusa che l'autore non ha spiegato bene cosa fa Ges. Va a scuola? Lavora? Be', di sicuro, come ho già detto, c'è spazio per un miglioramento; ma l'impressione che ho io e che molti hanno ripetuto a pappagallo parole di altri recensori, aggrappandosi a piccolezze e trascurando tutto il resto. Forse l'autore ha trascurato questi particolari, ma come fai notare il carattere del protagonista in bilico tra la fanciullezza e l'età adulta risulta delineato in questo libro come in pochi altri romanzi di questo genere letterario, dove a 13 anni sono già tutti super eroi.
Magari non ha scritto che andava a scuola perchè era in vacanza!
Ciao
Enrico
Avete scritto cose molto belle e, grazie a Dio, notato aspetti del tutto significativi. C'è ancora qualcuno che legge le cose a fondo :-D
@Fabrizio: grazie a te per il bel romanzo che hai scritto!